Il Cigno - Mantova, Provincia di Mantova

andrea bonatti

Per la prima volta dopo il passaggio di gestione dalla famiglia Martini alla famiglia Antoniazzi, ho avuto modo di pranzare al Cigno.

Premetto che conosco il lavoro svolto per dare una nuova identità al locale e riconosco quanto sia difficile mantenere l’equilibrio tra la tradizione della precedente gestione e il nuovo corso. A maggior ragione in una città come Mantova, dove la cultura del fine dining è ancora sconosciuta.

La location, così come il servizio e il menù, stanno attraversando un momento di transizione, con una rivisitazione in chiave più moderna e attuale.

Dal punto di vista gastronomico, ho mangiato molto bene. Lo spaghetto, in particolare, mi ha conquistato con il giusto equilibrio tra la freschezza del lime e la cremosità della maionese d’ostrica, mentre la tempura aggiungeva una piacevole croccantezza. Molto buona anche la tartare d’agnello, forse un po’ troppo delicata. Mi ha sorpreso la proposta opzionale dei tortelli di zucca, serviti con il Tastasal e un ristretto di pomodoro separati, in perfetto rispetto delle tradizioni di tutta la provincia.

Tornerò senz’altro per provare altri piatti firmati dallo chef Zanardi.

In conclusione, il prezzo è elevato, ma è comprensibile per un’esperienza di questo tipo. Il contesto, il servizio e la ricerca vanno riconosciuti e valorizzati; in caso contrario, a risentirne sarebbe la sostenibilità dell’intero progetto.

Se non siete disposti a comprendere questa logica forse è meglio evitare.

Rosalba Di Perna

Ho trascorso la serata del 31 dicembre in quest’incantevole ristorante gestito in modo impeccabile. Mi ha colpito la cura e la professionalità di uno staff giovane e moderno, che sa tener fede alle tradizioni culinarie mantovane. La cena, che si è svolta in due tempi, è stata eccelsa. Il buffet servito nella sala camino, dove è possibile ammirare dei dipinti dell’artista mantovano Alceo Poltronieri, è stata una partenza da sogno. Ho adorato i miniburger con scaloppa di foie gras e spinacino saltato, ma anche l’ostrica in tempura con wasabi al lime, nonchè i gamberi rossi al passion fruit e la focaccia artigianale. Al tavolo, sono stati poi serviti due primi, un secondo, un predessert ed un dessert. Un percorso gastronomico formidabile che è iniziato con una pagnotta appena sfornata capace di emozionare e riscaldare il cuore. I rav’ioli alla spuma d’olio pizzicando leggermente il palato, hanno stuzzicato i/le commensali a proseguire con la sapidità del risotto al ristretto di pomodoro e parmigiano delle vacche bianche, per arrivare pian piano a sapori più dolci dati dal rombo, la mandorla tostata, la crema di finocchio. Si potrebbe continuare a lungo ed è certo riduttiva questa recensione, ma è poco lo spazio per poter condividere tutto. Però ci tenevo infine a sottolineare che il servizio è stato davvero capace di anticipare i desideri degli/delle ospiti e questo non è facile. Molti complimenti!

Massimo S.

Ristorante raffinato, molto formale ma accogliente. Il menu degustazione Autentico ci è piaciuto molto. Servizio al tavolo molto attento coadiuvato da una sommelier molto preparata e gentile che ci ha saputo consigliare i giusti abbinamenti. Abbastanza ampia la carta dei vini e prezzi bottiglie onesti. Probabilmente il ristorante potrebbe mirare alle stelle. Prezzo finale della cena più che adeguato al contesto.

Giulia Malvasia

Abbiamo scelto questo posto per una cena di famiglia, curiosi della nuova gestione e siamo rimasti piacevolmente sorpresi!
Il menu è vario, tra piatti tradizionali rivisitati e piatti d'ispirazione dello chef
Il personale, attento e professionale, è stato capace nel seguirci in ogni nostra richiesta, assolutamente nulla da dire se non complimenti!
Abbiamo passato una bella serata e per questo ritorneremo sicuramente!

Salvatore D'Amuri

Arriviamo in una Mantova deserta e uggiosa. Entriamo in questo ristorante (trattoria è assai riduttivo). Ci accolgono camerieri gentili, cortesi e sorridenti. Veniamo catapultati un'ottantina di anni addietro. anche se l'attività risale agli anni '60. Arredamento e abbigliamento del personale lasciano respirare un'aria di fascino ed eleganza. Ci accomodiamo ad un tavolo rotondo posto in uno degli angoli della sala, con sedute a semicerchio in panca, dove il Signor Martini in persona ci dà il benvenuto e ci augura una piacevole serata. Dopo aver assaggiato particolari e fragranti grissini, ordiniamo i primi: agnolini di carne in brodo, tortelli di zucca in burro fuso e grana (nella loro semplicità, eccellenti). Come secondi piatti: branzino di mare al forno (senza alcun contorno e condimento, così come richiesto da mia moglie), tartare di filetto, prezzemolo, capperi, tuorlo d’uovo, sale e pepe e coscia di faraona con funghi chiodini e finferli; tutto davvero sublime. Come dolci ci avventuriamo in una torta di pere al cioccolato con gelato di crema al cucchiaio e spuma al torroncino con cioccolato amaro fuso (delizie per il palato); in aggiunta, non richiesti, tocchetti di sbrisolona fantastici. Conto elevato ma ne vale la pena: materia prima eccellente, cucina fantastica e ambiente esclusivo. Nota dolente il fatto che a giugno la famiglia Martini passerà la mano; del resto, il tempo trascorre inesorabile per tutti. Assolutamente da provare.

Danja Rezai Tabrizi

Solo parole incantevoli per questo ristorante
Dal personale , alle portate , all’accoglienza , alla qualità , all’attenzione ai piccoli dettagli , alla professionalità
Fantastico in tutto MERAVIGLIOSO!
Complimenti a tutto lo staff !!!!!

Valentina Luca

Siamo stati ieri sera per la prima volta in questo locale splendido e confortevole. Siamo stai accolti con estrema gentilezza e cordialità dal personale di sala che si è subito dimostrato attento e disponibile. Questo primo approccio ha creato un'atmosfera piacevole e rilassata, ideale per gustare al meglio l'esperienza che il ristorante aveva da offrire. Una volta accomodati al tavolo, siamo stati subito coccolati con un delizioso entrée accompagnato da pane caldo fatto in casa e burro. Questo piccolo gesto non solo ha dimostrato cura per i dettagli ma ha anche rappresentato un perfetto inizio per anticipare una serata piacevolissima. I piatti, dall'antipasto al dolce, si sono rivelati eccellenti, espressione di una cucina raffinata e attenta sia nella cura dei sapori che nella presentazione. A fine serata, il responsabile Pietro e lo Chef Matteo Zanardi, con grande professionalità, hanno voluto sapere personalmente come avessimo trovato l'esperienza dimostrando un autentico interesse e attenzione per i propri ospiti. Questo gesto ha ulteriormente valorizzato una serata già impeccabile. Ci torneremo!

Antonella Carrer

Confesso di essere capitata Al cigno per un errore ☺️. Cercavo un locale tipico e semplice, per una cena frugale prima di andare a dormire in hotel. L'avevo scelto leggendo il menù trovato su Google, che era però della precedente gestione di alcuni mesi prima .Abbiamo trovato un ristorante sofisticato e di alto livello. Costoso quasi il doppio rispetto ai nostri progetti, ma infine una sorpresa piacevolissima. Atmosfera direi vellutata, quasi fiabesca. Poche persone per ogni sala, tavolo ampio e dettagli curatissimi. Le posate dalle forme eleganti e classiche, le ceramiche perfette per contenere le diverse pietanze, i bicchieri leggiadri, il porta posate in liscio noce, le zuccheriere vittoriane dipinte, la formaggiera con coperchio e manici decorati, l'alzatina dei biscotti di vetro lavorato e argento sbiadito, la lunga tovaglia di spesso cotone, il tovagliolo con l'orlo a giorno, ho adorato anche la tazzina e il sottile cucchiaino. L'impressione era che tutto fosse frutto di una scelta guidata da una cura per il piacere, niente sopra le righe o fuori luogo, niente di venale o calcolato per catturare il cliente danaroso e sofisticato. Solo il piacere di creare un ambiente amabile. Piatti deliziosi preparati con cura creativa. Inizialmente ho provato un sentimento misto fra imbarazzo e ridicolo per la situazione in cui mi ero infilata, avevo scelto io il posto nonostante mio figlio volesse il solito hamburger e mio marito la birreria. Il servizio dolcissimo ed elegante mi ha tolto il senso d'impaccio e ha trasformato un errore in un piacere inaspettato. Se mi posso permettere una piccola nota sono i quadri, che osservo spesso in modo un po' maniacale. C'erano diverse opere di sicuro valore, ma non adeguate nel gusto al locale e alla città di Mantegna. In sintesi direi una piacevole meraviglia.